La scoliosi è da sempre oggetto di attenzione da parte degli esperti, non solo per le gravi deformità fisiche che possono presentarsi nel soggetto portatore, ma anche per la necessità di diagnosi precoce e cure preventive.
Tra le varie cure esistenti, la terapia ortesica è sicuramente il primo e migliore approccio alla scoliosi.
Esistono oggi, una grande quantità di corsetti preposti al trattamento della scoliosi, questo tende a confondere le idee dei non addetti ai lavori o di coloro che si apprestano ad effettuare la prescrizione. Si ha quasi timore di poter sbagliare tipo, ma in realtà quasi tutti si rifanno ad indicazioni, criteri biomeccanici e modalità di costruzione abbastanza simili, infatti sono tutti in materiale plastico termoformato, realizzato su misura partendo dal calco in gesso (tecnica classica) o tramite CAD-CAM (tecnica computerizzata) e si basano sul principio dei tre punti: una spinta sulla curva principale e due controspinte.
Importante è ricordare che le ortesi, sono dispositivi medici finalizzati al recupero di una funzione corporea, in quanto aumentano e migliorano la funzionalità e le capacità biomeccaniche di parti del corpo presenti, ma deficitarie. L’ortesi quindi non sostituisce una parte anatomica mancante, ma si applica al corpo per correggere un difetto meccanico. In particolare, le ortesi spinali, rappresentano i dispositivi tecnici che si applicano alla superficie del tronco della persona per sostenere, mettere a riposo o correggere il rachide.
L’evoluzione dei materiali plastici, ha reso più facile la costruzione delle ortesi correttive della schiena e ne ha migliorato la tollerabilità.
Tutto ciò, insieme ad un affinamento delle capacità diagnostiche e delle valutazioni prognostiche, ha reso ancora più efficace la terapia delle scoliosi a mezzo di busti ortopedici. Quest’ultimi, mirano essenzialmente ad ostacolare l’aggravamento della curva ed a ridurre le deformazioni non strutturate, con evidente successo estetico, attraverso i seguenti meccanismi d’azione:
Trazione sull’asse della colonna;
Derotazione ottenuta sollecitando l’asse della colonna dalla convessità alla concavità;
Spinta di deflessione laterale che richiede due controspinte alle estremità superiore ed inferiore della curva maggiore.